28/04/07

Diritto di voto

Accanto alle varie decisioni, tutto sommato condivisibili, intraprese dal governo in materia di immigrati, ve ne è una invece estremamente pericolosa: dare il diritto di voto a persone che non hanno la cittadinanza italiana.

Tale scelta viola il principio fondamentale della corrispondenza tra chi decide e chi ha la responsabilità delle azioni. Votare per le amministrative significa scegliere un sindaco e una giunta; se questa amministrazione fa qualcosa di dannoso o non fa qualcosa di utile, il danno ricade sui cittadini che rimangono e non sull'immigrato che nel frattempo magari se ne è andato; chi non è cittadino italiano non ha legami, è libero di andarsene in qualunque momento: come si fa a chiedergli conto di una decisione sbagliata?

Nelle città dove è presente una forte immigrazione la percentuale di persone di passaggio è molto alta e può influenzare notevolmente la votazione; è vero che il diritto di voto è esercitabile solo dopo un certo numero di anni, ma perchè a quel punto non consentirlo solo a chi ha la cittadinanza? Avere la cittadinanza significa un impegno ben preciso da parte dell'immigrato verso l'Italia: significa voglio vivere come voi.

E' come se in una azienda le decisioni sul futuro potessero essere prese non solo dall'assemblea dei soci (cioè chi ci ha investito), ma anche dai dipendenti; ammesso che la retribuzione di questi ultimi sia congrua con il lavoro che fanno, si mette sullo stesso piano chi ha messo dei soldi e spera di ricavare dei frutti nel futuro (ed è quindi legato all'azienda) e chi i soldi li sta già prendendo ed è libero di andarsene in qualunque momento.

Dove sarebbe a questo punto il vantaggio, l'onore, il privilegio o l'orgoglio (ognuno scelga cosa preferisce) di essere italiani se chiunque passa, rimane qualche anno a lavorare e poi se ne va ha lo stesso "valore" di chi è nato e vissuto in Italia o comunque ha scelto esplicitamente di viverci?

Anche se si è limitato il diritto alle amministrative non si vede perchè in futuro tale diritto non possa essere esteso a livello provinciale o regionale; non c'è infatti una ragione logica ed evidente per mantenere tale limite a livello comunale.

Stiamo qundi dando diritti agli immigrati senza chiedere loro nulla in cambio, solo una speranza che in futuro questo sia sufficiente per spingerli ad integrarsi e comportarsi bene; e perchè mai dovrebbero essere spinti a farlo? Dare il diritto di voto non trasforma un immigrato in un integrato.

L'approccio dovrebbe essere contrario: prima devono dimostrare di essersi inseriti, di avere imparato la lingua, condividere i principi fondamentali e poi possono avere l'onore di votare ed essere cittadini italiani; perchè è questo il concetto: la cittadinanza deve essere un onore.

Non lamentiamoci poi se sta scomparendo l'orgoglio di essere italiani, orgoglio che dovrebbe essere la spinta per andare tutti dalla stessa parte, per fare "squadra"? Destra e sinistra fanno a gara per martoriare questo sentimento. Grazie a Tremaglia non era più neanche chiaro che cosa volesse dire essere italiani: veniva data la cittadinanza ai figli di emigrati fino alla terza generazione, persone che probabilmente non parlano neanche l'italiano e dell'Italia non sanno nulla. Ora chi non è cittadino dovrebbe avere gli stessi diritti di chi lo è.

Questo senza nulla togliere all'onestà, alla voglia di lavorare e alla correttezza di tanti immigrati che sarebbe un onore avere come cittadini, molto più di tanti italiani veraci.

08/04/07

Punti di vista sulla Torino-Lione

Fermiamoci a considerare i punti di vista delle persone comuni che chiunque può trovare al bar; alcuni non saranno coinvolti e conoscono l'argomento dal giornale o dalla televisione, altri lo saranno perchè magari abitano nella valle di Susa.

Il "non coinvolto":
- un collegamento veloce è più moderno e forse si è più invogliati ad usarlo e può portare lavoro
- la stessa costruzione porta lavoro per almeno dieci anni
- un treno veloce che batte anche dei record è tecnologicamente stimolante
- le ferrovie sono antiquate e inefficienti, con quest'opera diventano più moderne
- dicono che se non si fa, le merci non passeranno per l'Italia ma a nord
- sono distante dal luogo per cui qualunque decisione non mi tocca (non è il mio "cortile")

Il "coinvolto":
- mi toccano almeno dieci anni di camion, polvere e rischi (forse amianto, forse acqua)
- la mia casa e il mio terreno stanno già perdendo il 20-30% del valore commerciale
- a fronte di cosa mi devo sacrificare?
- se ci sono vantaggi economici per il paese mi posso anche sacrificare, ma voglio che questi vantaggi siano chiari e anche che chi mi chiede sacrifici lo faccia onestamente e non li imponga
- chi mi propone l'opera parla sempre di progresso, vantaggi e grandi paroloni, ma non c'e' mai nessuno che tira fuori dei numeri che facciano capire "quanto" progresso e "quanti" vantaggi si raggiungono a fronte dei miei sacrifici che invece sono ben chiari
- chi finora ha azzardato dei numeri è stato facilmente smentito
- chi ha costruito tunnel per il Tav sulla Firenze-Bologna ha un procedimento in corso per disastro ambientale: e se tocca anche a noi? quanto valgono le parole dei politici che cercano di minimizzare i rischi?

Uscita dal torpore

A giugno verrà inaugurato il nuovo tunnel svizzero sotto il Loetschberg; quasi in contemporanea ci sarà l'apertura al traffico della Parigi-Strasburgo; chissà se qualcuno si chiederà finalmente se avranno qualche effetto sui traffici del Frejus e del Monte Bianco.
O magari i torinesi si sveglieranno solo dopo che verrà tolto il tgv per Parigi; perchè se nel 2003 i francesi hanno eliminato la fermata di Lione per mancanza di passeggeri, non vedo perchè dovrebbero mantenere il treno visto che per i milanesi sarà più comodo attraversare la Svizzera.
Chissà se qualcuno si chiederà come mai il traffico attraverso il Frejus è dimezzato negli ultimi cinque anni prima ancora dell'apertura del tunnel e i concessionari dell'autostrada sono in allarme.
Chissà se qualcuno si chiederà se il 70% delle merci che oggi arriva al Frejus dal nord continuerà ancora a farlo o preferirà passare per il percorso più breve, cioè dalla Svizzera.
Chissà se qualcuno riuscirà a collegare i fatti ed a chiedersi a cosa dovrebbe servire la TAV Torino-Lione, visto che ha lo scopo di diminuire il traffico merci del 25% ed il traffico è già calato per conto suo del 45?